Il Maestro di Tango Argentino

L’ora della lezione dei principianti volgeva oramai al termine. Guardò l’orologio appeso al muro ma in realtà era un gesto usuale poiché nella sua indole la puntualità la considerava un pregio.

Radio SorRriso – LEZIONI DI TANGO, UN FILM SULLA DANZA
Mise un tango per far provare ai suoi allievi l’argomento della sua ultima lezione che riguardava le varie uscite dopo l’incrocio ma la sua mente era altrove.
Affiancava le coppie per impartire qualche dritta individuale in più per gli errori da loro commessi. Stava per arrivare l’estate ma ancora i condizionatori non erano stati accesi e in effetti era una serata calda per la stagione. Aprì la finestra!
Cominciarono ad entrare gli allievi definiti intermedi ma lui considerava per sé che per alcuni era solo per il merito di aver pagato un anno di corso: Il tango non riescono a impararlo tutti. Se ne doveva fare una ragione!

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La serata finisce a casa visto che è un giorno infrasettimanale. Il frigo vuoto proponeva uova e prosciutto ma per lui erano più che sufficienti. Non cenava mai prima della lezione per abitudine, ma forse è una abitudine di tanti. Finita la cena accese la lampada in salotto e con un bicchierino di rum accese lo stereo per ascoltare i suoi brani preferiti. Mentre la musica si fondeva con l’aria ripensava ai suoi allievi come se stesse guardando un film e subito le tornò alla mente uno dei più bravi, peraltro un giovane di 26 anni. Poi le immagini si susseguirono portando quelli che non ne azzeccavano una, posture sballate, passi piovuti dal cielo che lui non aveva spiegato, movimenti che cambiavano radicalmente ciò che era all’origine dell’intenzione ma che diventavano inguardabili. Uscì nella veranda un po’ sconsolato. Si accese una sigaretta e si affacciò alla balaustra. La città brulicava di luci e di macchine. Il vento portava via il fumo in mille figure sbiadite ma lui, davanti agli occhi aveva solo un volto dolce, incorniciato da lunghi capelli neri. Si era cacciato proprio in bel guaio pensò mentre un sorriso mesto e un po’ cinico, gli increspava le labbra. Tornò dentro e mise fine alla serata andando a letto.

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La lezione prevista per la settimana era arrivata. Gli allievi risposero al saluto del maestro. Anna cominciava ad odiare il tango e la sua amica, colpevole di averla convinta ad andare anche lei a tango:
“Stasera è proprio carino!”
Anna deglutì a fatica e non rispose. Era già difficile così se poi ci si metteva anche Rebecca…
Intanto il maestro cominciò la sua lezione e ogni tanto provava qualche passo con gli allievi e per Anna era una vera tortura!
Come era suo solito alla fine di ogni anno portava i suoi allievi a cena e a fare il debutto in milonga. Avrebbe evitato volentieri quell’anno perché intuiva cosa poi alla fine sarebbe successo!
Anna non pensava ad altro che non fosse alla serata della sua prima milonga. Doveva ammettere almeno a sé stessa che si era innamorata di lui e ora ne pagava le conseguenze. Lui neanche la guardava… Per lui era solo una delle innumerevole allieve della scuola al suo primo anno di tango.

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Le lezioni intanto proseguivano regolarmente e lei si sforzava di reagire cercando di non pensarlo se non come un maestro, cancellandolo dai suoi pensieri, ma bastava un suo sguardo per riaccendere il suo tormento. Quando le faceva provare i movimenti spesso s’impacciava e sbagliava perché lui calamitava il suo sguardo e suoi pensieri.

 

Lezioni di Tango Argentino
La sera del debutto era una calda sera d’estate. Appuntamento alla milonga del Fortino a Torino. Lui era arrivato per prima per accogliere ogni suo allievo e fare da apripista e da Cicerone.
Volse lo sguardo alla porta dopo aver accompagnato i primi arrivati ai posti loro destinati e la vide, davanti a sé. Era bellissima.

 

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La serata incominciò come cominciano tutte le serate in milonga e il maestro non potè far a meno di farle la mirada. Più che una mirada lui la guardava. Era bella. Così dolce. Si perdeva nei suoi occhi, ci affogava e gli piaceva, voleva annegare nei suoi occhi. Lei ovviamente scambiò quello sguardo per un invito.
Un attimo prima dell’abbraccio, prima di cominciare la tanda, prima di ascoltare i battiti del cuore, lei gli disse a bruciapelo:
“Mi sono innamorata di te”
Che strani scherzi gli stavano facendo i suoi pensieri? Aveva immaginato che lei gli confessasse di amarlo. Scosse la testa, le sue fantasie stavano prendendo una brutta piega.
“Lo so, è una cosa stupida… ma volevo dirtelo lo stesso. Fa niente. Balliamo”
Un sorriso illuminò il volto del maestro.
“Non è affatto una cosa stupida” Le si avvicinò un poco per cingerle la vita sottile.
Lei arrossì:
“A no?” chiese. Tremava come una foglia al vento.
Lui era ora così vicino, vicino come non lo era mai stato nemmeno a lezione. Vicino per davvero!

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Per rispondere con tutta la sincerità di cui era capace, senza bisogno di parole, nell’attimo prima che nel loro abbraccio si radunassero tutte le emozioni, cominciarono a ballare!

 

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