Il timore di sognare nel Tango Argentino

L’aria afosa e soffocante della milonga mi piomba addosso non appena varco la soglia. La musica, le luci, i tangueros che ballano… Mi cerco un posto a sedere per cambiarmi le scarpe. I corpi dei ballerini si muovono al ritmo dei brani di una tanda di milonga. Ormai aspetterò la prossima tanda per buttarmi nella mischia e comincio a fare un giro di perlustrazione cercando con lo sguardo qualcuna da invitare. E poi la vedo. E ho un tuffo al cuore. I capelli dai riflessi castano le ricoprono con delicatezza le spalle assecondando i movimenti del suo corpo così flessibile e perfetto. Sta ballando! Troppe volte l’ho tenuta tra le mie braccia senza toccarla mai per davvero. Ripenso a tutte le volte che abbiamo ballato insieme. Dopo il primo brano della tanda, si volta verso di me e mi punta gli occhi addosso segno evidente che mi aveva già visto arrivare. Un nuovo sussulto. Vorrei guardali più da vicino di quanto consente una tanda, quegli occhi felini e perdermi nell’oblio del loro sguardo. Ma è un attimo. Mi volta di nuovo le spalle. Il vestito aderente mette in risalto le sue curve morbide. Le lunghe gambe abbronzate che spuntano dal tubino si muovono sicure sulla pista. Potrei osservarla per ore. Si potrei. Ma oramai non mi basta più. Ho bisogno del suo corpo. Durante la cortina dopo il suo assenso alla mia mirada mi avvicino a lei fino a sentirne il profumo. La prendo per la vita sottile e le sussurro:
“Vieni con me!”
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Un lungo brivido mi corre lungo la schiena. Riconosco il suo abbraccio. Mani grandi, delicate, rassicuranti. Affiderei loro tutta me stessa. Lascio che mi giri con dolcezza e mi conduca a bordo pista. I nostri nasi quasi si sfiorano. I suoi profondi occhi azzurri sono una calamita per i miei. Non sento più la musica e sono paralizzata da questo momento, paurosa di spezzare questo equilibrio, questo strano dialogo fatto di sguardi. Mi cinge la schiena e mi offre la sua mano.
Nell’avvicinarmi intravedo dalla camicia leggermente sbottonata l’abbronzatura dorata che gli ricopre il corpo scolpito. Il suo profumo mi ubriaca. In un unico fluido gesto intreccia le mie dita e la mia mano si perde nella sua. Ecco di nuovo il tremolio alle gambe. Non mi interessa cosa stiamo per ballare. Seguo lui facendo strada tra le lucciole.
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La musica inonda la sala… Maderna con Fantasia en tango annuncia il suo arrivo e non posso far a meno di nascondere un piccolo sorriso poiché so che è il suo brano preferito. Comincio a muovermi indicandole la via. Il rumore del mare in sottofondo è vicino e regolare anche se noi non possiamo sentirlo. A ogni passo che faccio mi sembra quasi di vederla, quell’onda impetuosa e il suo smorzarsi sulla riva. Chissà se anche lei ha gli stessi pensieri. Sento le sue dita nella mia mano e mi stringono lievi, affidate completamente alla mia mano. Continuo a danzare e in uno dei movimenti mi decido a guardarla negli occhi di nuovo. Non scosta lo sguardo, rimane puntato su di me. Non occorre dire niente. I nostri visi si avvicinano da soli, attratti…
       Il mondo del Tango
Il tango fa il resto!
“Abbiamo ballato? E’ successo veramente?”
“Spero di sì”
“Si scusa, è una domanda idiota ma è stato talmente bello che ho paura di essermi immaginata tutto”
“Allora penso che siamo immaginati la stessa cosa perché anche nel tango abbiamo paura di sognare”
IL SOGNO: Freud, Lacan e laBerge Ancona
https://www.youtube.com/watch?v=xLj7eKbht9E

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